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gi@no

Friday, July 29, 2005

Primedonne

Si, lo ammetto, ho la sindrome della primadonna.

Non sopporto essere sorpassato.

Voglio essere importante nella vita di qualcuno, e che quel qualcuno me lo dimostri, in qualche modo.

Se passo in secondo piano rosico. Mi sento a pezzi. Passo da 100 a 0.

Infantile?

Siamo tutti un pò così, no?

E ammettiamolo, un buona volta, che vogliamo essere tutti "king of the hill".

V@1&, non è che potresti guardarmi a lungo negli occhi e dirmi, che so, sei il mejo (alla romana, prego), o, quantomeno, non sei da cestinare?

Si, va bene, non è vero.

Ieri ho comprato la maglietta dell'AMNU. Mi sta da Dio.

Thursday, July 28, 2005

Crepe


Eccomi, geloso ed insicuro. Mi sono svegliato alle sei, ed il pc non aveva neanche scaricato i film.
Ottimista come sono, ho subito pensato al peggio.
Surclassato.
Glassato.
Del resto, non sono poi così interessante.

Ok, diciamocelo, sono essenzialmente un disadattato sociale che riempie la sua vita di fronzoli.

Poi mi sono detto: perchè? Naa, tranquillo. Doccia e via.

Infatti, ma un pò di inquietudine è rimasta. Ho paura di vederla andare via, così com'è. Lei dice: sarò sostituita. Ma non è un suppellettile che si cambia quando è vecchio, o che, se si perde, se ne compra uno nuovo. Avevo chiuso gli scaffali che mi porto dentro, dicendo: mai più. Mi sono ritrovato a farle posto, solo per lei, personalizzato. Ho buttato un sacco di roba, giù dagli scaffali, per farle quel posto (non è una silfide, immaginatela come un puttino cicciottello con un fracco di capelli ed il sorriso sarcastico), un sacco di roba preziosa. Ora è li, al centro di quella che potreste chiamare anima, attaccata li. Se se ne va, o quando, si porterà via un bel pò di me.

Tuesday, July 26, 2005

Neuroni

Oggi la follia mi parla, mi spiega perchè è qui. Sono vivo.

Monday, July 25, 2005

Fuochi

Ok, come al solito vivo senza capirci nulla. Ieri sera ho fatto male ad una persona per me molto importante. Parlo di V@1&. Tre parole confuse possono colpire la pelle indifesa. Non so se leggerà mai questo. L'altro blog era il suo. Anche questo lo sta diventando. E secondo te, allora, io che me ne sto qui a scrivere al lavoro, quando sono con te in quel letto...
Non voglio dirti quella parola così semplice da dire. Si invece. Ti amo. E' stato uno strano weekend, in cui hai visto il meglio ed il peggio di me. Spero solo che la prima parte superi la seconda. Non ho paura di te. Tu?

Ok, piantiamola con le sbrodolate romantiche. Gia lo sono troppo. Ora, ho un progetto. Mi devo organizzare. Non vi accenno nulla, ma l'idea mi è venuta ieri sera. Spero di realizzarlo, e spero che riempia il risveglio di qualcuno.

Buongiorno, pianti e risate ovunque.

Friday, July 22, 2005

Sogni

Ho fatto un sogno stanotte. A parte che sono tornato c'era mia sorella ed il ragazzo da soli in casa. Per non disturbare ho dormicchiato in macchina, poi sulle scale. I gradini sono scomodi. Comunque. Il sogno era così:

Sono in una casa, non la mia di oggi ma mia comunque. La riconosco perchè il disordine è proprio quello mio. Ho una quantità di fumo mai vista, etti ed etti. C'è uno, sta sulla porta. Ad un certo punto arriva un poliziotto. E' talmente tanto "Digos in borghese" che farebbe prima a scriverselo in faccia. Ha un cane. Il cane naturalmente mi abbaia. E' brutto, tanto. Grosso, ha bava dappertutto e sputazza mentre latra. Io comincio a nascondere il fumo. Lo faccio in pezzi e lo sparpaglio nel disordine. Ma per ogni pezzo che nascondo ne ho altri mille da far sparire. Il poliziotto chiacchiera con il tipo alla porta, il cane annusa in giro ed ogni tanto sbuffa. Io sono nel panico. A forza di nascondere pezzi ne riempio la stanza. Mi muovo sempre più velocemente, sono talmente attento a non dare nell'occhio che insospettirei chiunque. Sono terrorizzato, ho paura che il cane mi scopra, e così anche il poliziotto. Ad un certo punto passo davanti al tipo della Digos. Si sta facendo una canna colossale, e mi guarda tranquillo.

Morale?

Fate voi.

Schegge


Non è che la cosa mi dia fastidio, affatto. Essere nato, dico. Mi imbarazza, più che altro. Ha due difetti:

1) Ti aspetti che la vita si aspetti qualcosa da te.
2) Ti aspetti che la vita ti debba qualcosa.

Ecco. Il primo punto:

Tu sei nato, io sono nato, egli è nato. E via dicendo. Via dicendo molte volte, visto che siamo miliardi. Si, vabbè, ma perchè? No, non chiedo il significato della vita, o perchè la mia vita (quella fisica) si sta allargando in maniera preoccupante. No. Dico, a qualcosa servo, spero? O no? Oltre che a scrivere coglionate, dipingere coglionate, creare coglionate, fotografare coglionate, in summa fare coglionate. Ad un certo punto focalizzi. Ti passa davanti agli occhi tipo un mirino, di quelli che si vedono sui cruscotti degli aerei militari. Si posa da qualche parte, o su qualcuno. E allora è li che punti. Non sganci la bomba, sei tu la bomba. E voli a tremila dritto diretto contro quel target. E allora hai senso. Sei nato per quello, proprio per quello. Te lo senti scorrere nelle vene, il senso. Ti riesci persino a capacitare di tutti i tuoi organi. Dici, finalmente hai un motivo di esistere anche tu, pirolo. E tu, cistifellea, contenta? Ti senti persino respirare. Bene così, vivrei volando. Sono un missile? E sia. Stai dando. Non qualcosa, regali, tempo, soldi, conforto. Stai dando TE. Ok, eccomi, ora non sono più polvere. Ma se ad un certo punto quel target si allontana, e rischia di sparire, me lo dici, allora, che cazzo fai?

Ed allora, il secondo punto:

Ti aspetti che un deus ex machina scenda, metta a posto, dia, visto che c'è, una pulita in giro, ti saluti e se ne vada. L'avete visto voi? Mille, ne sono venuti. Tutti in piedi dietro la porta, come i Re Magi. E piantatela di spintonarvi, ed i nuovi prendano il numeretto. E sia, aiutati che *** ti aiuta, dicevano i vecchi. Bella scoperta, col senno del poi. Intanto dici ai tuoi giorni: aò, allora? Mi volete dare una mano, che non so che pesci pigliare? (aringhe o acciughe, avete mai capito la differenza? Io mica tanto). Aiutati, fosse facile. Le ho provate tutte, mi manca solo la circoncisione senza anestesia. Sono anni che mi aiuto in generale, sono mesi che mi aiuto con V@1& (non era una parolaccia dei fumetti, è il nome criptato di quella che ha deciso di vedermi rinchiuso in un manicomio). Oh, non è che potreste darmi una mano anche voi una volta, no? Volete i pop-corn? Vi sprimaccio i cuscini del divano? Un biscottino?

Esco scemo, e me la cerco pure.

V@1&, è colpa tua se sono felice.

Tuesday, July 19, 2005

Gi@no


Benvenuti nel mio nuovo blog.

Questa volta si chiama gi@no, che, con le sue due facce, spaventava, irrideva e consolava.