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gi@no

Monday, August 01, 2005

Pipistrelli Anfibi di Orione

Va bene, piantiamola di dissertare su stronzate tipo amore, cuore, fiore e via dicendo. Siamo uomini o dannicciuole, suvvia!

Oggi voglio parlarvi di un ritrovamento eccezionale:

Lo scheletro di un rarissimo esemplare di Pipistrello Anfibio di Orione (Chiropterum Anfibius Orioniis).

Questo raro e leggiadro animale, capace di voli prolungati (lo testimonia il fatto che lo scheletro è stato ritrovato sulla terra, pur essendo il suddetto animale di origine ultragalattica), deve il suo nome alla sua particolare struttura che lo rende capace di vivere anche sott'acqua.

DESCRIZIONE FISICA

Di dimensioni medie (circa 45 cm di lunghezza per 120 di apertura alare), il PAO (Pipistrello Anfibio di Orione, da ora in poi si userà questo acronimo per brevità) è un essere longilineo, forte ed attivo. I suoi voli, diurni e notturni, sono veloci e duraturi. Nonostante le dimensioni l'intero corpo, struttura ossea compresa, pesa meno di 200 grammi, costituiti per la maggioranza di fasce muscolari fibrose, molto forti e resistenti alla fatica. Il pelo, grigio-verdastro, è lungo e riscalda l'animale durante i voli siderali, di pianeta in pianeta e di stella in stella. Uno strato di peluria più corta, lanosa ed oleosa, è impermeabile e permette al PAO immersioni prolungate mantenendolo però caldo ed asciutto.

La testa, allungata e quasi felina, presenta tre narici invece delle due dei pipistrelli terrestri, quella centrale atta alla respirazione subacquea. Gli occhi sono piccoli, ma risultano comunque più sviluppati di quelli dei chirotterei terrestri. Vengono usati principalmente sott'acqua e nei voli siderali, dove il sonar risulta inutile per la mancanza totale d'aria. I padigioni auricolari sono ampi e possono essere tappati con una membrana per evitare infiltrazioni d'acqua e fuoriuscite d'aria durante i voli nel vuoto. I denti sono in due file, specificatamente di struttura carnivorea, aguzzi e resistenti. Particolare l'arretratezza dei canini, e la loro filatura interna seghettata, atta a trattenere i pesci catturati come una fiocina. La lingua, tubolare, è lunga e mobile, con doppia cuspide indurita sulla punta, e viene usata per rimuovere le scaglie dei pesci e suggerne le carni. Il collo, lungo ma forte, presenta un raddoppiamento della muscolatura laterale, peculiarità propria della specie che serve al PAO a stordire i pesci catturati scrollandoli velocemente di lato. La muscolatura del torace e delle spalle è forte, come in ogni chirottero, ma qui presenta ispessimenti notevoli giustificati dallo sforzo maggiore seostenuto nelle dense acque dei mari planetari di Orione. Questi fasci muscolari sono rapidi abbastanza da consentire al PAO rapidi movimenti anche nella rarefazione dello spazio. Il ventre è allungato, e può contenere cibo in grosse quantità, presentando internamente una doppia camera per le provviste. L'alatura è ampia in larghezza e stretta in altezza, con una forma ad ala di rondine. Può essere ripiegata lungo il corpo completamente. Presenta una fine peluria esterna argentea, che sembra riflettere i raggi ultravioletti. Ul PAO presenta due dita nel polso alare, robuste ed uncinate. Nelle specie più recenti il secondo dito è molto più piccolo, il che fa pensare, in successive evoluzioni, ad una progressiva scomparsa. Le zampe posteriori sono corte, le dita palmate come quelle di un pellicano. La coda è lunga, molto mobile, e viene usata sott'acqua come timone direzionale.

NUTRIZIONE

Il PAO si nutre prevalentemente di pesce, ma non disdegna molluschi e piccoli crostacei. In rari casi attacca anche piccoli mammiferi e rettili ma la dentatura, adattata alla pesca, non lo rende un predatore efficace. Durante i voli intergalattici si nutre prevalentemente di polveri cosmiche e gas emessi dalle comete.

HABITAT ED ABITUDINI

Il PAO vive di preferenza sulle scogliere dei mari caldi in diversi pianeti della galassia di Orione. Il suo habitat, una volta molto ampio, si è progressivamente ristretto fino a rappresentare oggi il solo 0,5% delle terre emerse. E' animale gregario, le cui comunità raggiungono spesso centinaia di esemplari. Compatibilmente con lo spazio a disposizione per la colonia, il PAO frammenta la disposizione gregaria in piccoli gruppi di impronta familiare, accudendo in gruppo i piccoli, nati per oviparia. I cuccioli raggiungono la maturità dopo poche settimane, e subito si allontanano per formare un nuovo microgruppo. Sembra inoltre accertato un coordinamento intrinseco dei gruppi durante le attività di caccia, con alcuni individui che spaventano le prede ed altri che le rastrellano. Nonostante la vicinanza dei gruppi l'accoppiamento tra consanguinei è stranamente raro. Questo, unitamente alle condizioni ambientali stabili, ha contribuito a mantenere la specie praticamente immutata. Per quanto l'osservazione diretta delle colonie sia molto difficile, in primis per l'estrema distanza di Orione dal nostro pianeta, molto è ricostruibile dallo studio degli individui in cattività. L'accoppiamento, che si verifica due volte l'anno, è sempre preceduto da dure lotte territoriali dei maschi eminenti. Una volta stabiliti i ranghi, i vincitori eseguono voli di corteggiamento spesso seguiti da offerte di pesce fresco alle femmine disponibili. Un maschio può accoppiarsi anche con decine di femmine diverse. Dopo una gestazione ovipara di circa due mesi, durante i quali la femmina deve essere nutrita perchè incapacitata a volare, nascono due, raramente tre piccoli. Questi vengono immediatamente raccolti dal padre che li pone al centro del gruppo, in una struttura difensiva a stella, e li verranno accuditi a turno da tutti i PAO maturi, maschie e femmine senza distinzione. Durante lo svezzamento i piccoli sono nutriti con bocconi di pesce masticato e piccoli crostacei. E' praticamente impossibile avvicinarsi in questo periodo, perchè i PAO divengono molto aggressivi.

Ogni due anni circa parte della colonia si distacca per una lunga migrazione intergalattica che li porta a distanze considerevoli, anche milioni di anni luce. Spesso intere generazioni intraprendono questa impresa, muovendosi in stormi enormi di stella in stella e di pianeta in pianeta, fino a trovare un habitat a loro congeniale.

RAPPORTI CON L'UOMO

Data l'enorme distanza che divide la Terra da Orione, i rapporti con l'uomo sono saltuari e poco documentati. Sono noti casi di assalti dei PAO a satelliti civili e militari. In realtà questi assalti sono dovuti alle emanazioni elettromagnetiche degli apparecchi, che attirano come fari questi affascinanti organismi.

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