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gi@no

Tuesday, November 22, 2005

Ri-Eccomi

Rieccomi impiastrato in una situazione allucinantemente meravigliosa. Rieccomi nel casino, come al solito niente di normale per me cameriere, grazie. Tutto tranne il solito. Eccola, lei, la mia Vale, la donna che mi ferisce e mi cura. Innocentemente malefica, dolcissima. Sono stato a Dublino, in Indonesia mi pare, ed, a parte un ignobile letto a castello, sono stato da dio. Poi, tornato, mi sono venute le paturnie da geloso. Stavo a pezzi, e lo so che non ne ho motivo. Non mi ama (mi vuole molto bene), ma mi rispetta. Vale, sei meravigliosa. Sei, per me, semplicemente tutto. Eccoti il tuo bigliettino. Buongiorno a te. Ah, ho scaricato le foto, in alcune sembriamo usciti da una rivisitazione horror de "I miserabili", bellissime.

Thursday, October 27, 2005

Eccomi

Rieccomi, sto cadendo a pezzi ma sono ancora qui.

Stato attuale delle cose:

I miei capelli non cadono più, ora NEVICANO. E non ce ne sono due uguali.
Una gamba è andata. Sembro quello dei "Soliti sospetti" quando cammino, ma non mi khiamo Kaiser Sose.
Non sono affatto ingrassato, è il mondo attorno a me che si è ristretto.
Su radio rock non mi cagano più, oggi volevo dedicare una chanson a Mac "the perfect drug" e niente. Mi hanno fatto una pernacchia via radio.
Non scrivo (ora non sto scrivendo, per esempio), non dipingo, non fotografo, in generale NON e basta.
Mac si è stufata di me, come darle torto? Ho scoperto una nuova dimensione del banale.
Mi sono quasi stufato anche io di me.
Di aspetto sembro un incrocio tra Frankenstein e Picachu.
La casa è andata in cacca.
Lavoro pressante, ma non sono ancora miliardario. Vediamo domani...

torno a NON fare nulla.

comunque non può andare così. Finchè ho potuto farla stare bene sono stato felice.

Monday, September 05, 2005

EGD

Chi usa un sistema Unix senza un /dev/random dovrebbe scaricare e installare questo demone per la generazione di entropia.

Macchie Solari

Il sole, quella palla luminosa. Eccolo laggiù, il bastardo. Rotola, il buffone. Fa luce, compie il suo lavoro, inde/fesso. Beh! Fermati un pò! Oi!
Ok, sono esagitato. Sono quattro giorni che non fumo, potrei uccidere. Ma sto bene. Sto una meraviglia con V@1&. Ok, mi rispondo, ma chissenefrega delle etichette, di dare un nome a questa storia, di promesse, di progetti e follie. Tanto se li fai i progetti poi li vedi sfumare. Senza progetti e nomi e niente va tutto a meraviglia. Mi fa sentire bene come non mai. Rome wasn't built in a day, and I think they never planned to build Rome. Do you imagine Romolo saying to Remo: "Remo, what do you think of building Rome, a big city, caput mundi and so on?" and Remo "Ah, ok, I was planning to reorder my room today, but this seems much more interesting"

Ecco.

Sono completamente andato.

Dite addio al mio ultimo neurone. Saluta, Neury!

Bravo, Neury!

Thursday, September 01, 2005

Stelle

Qualche tempo fa ero in Sardegna. Qualche tempo fa ero seduto su di una scala che portava al mare, di notte. Qualche tempo fa, guardando il cielo, su quella scala in Sardegna, di notte, ho visto tante stelle quante mai ne avevo viste. In quel momento non ci ho pensato, ero con V@1&, e mi bastava lei. Le stelle, per così dire, erano il contorno ad una cena già ottima così. Ma poi. Poi mi è venuto in mente che quelle stelle erano troppe, troppe per poterle pensare. Non avevo abbastanza nomi per tutte quelle stelle. E l'uomo, si sa, possiede le cose nominandole. Non per nulla è stata la prima cosa che ha fatto Adamo, quel furbone, dare un nome alle cose. Non possiamo rivendicare il possesso di qualcosa a cui non sappiamo dare un nome. Quelle stelle, lassù, erano più distanti per il loro anonimato che per gli anni luce che ci separavano. Ma Dio, se erano belle. Le amavo, ogni parte di me che non fosse presa ad ammirare la stella che avevo accanto era intenta a protendersi verso quei corpi celesti. La loro bellezza, lacrime su di un panno nero, la loro maestosità e semplicità mi erano ancora più vicine per la loro lontananza, e potevo amarle, senza deprezzarle, proprio perchè non potevo averle. Pensate che brutto, allungare una mano e toccare una stella. Pensate che brutto, guardare il cielo e sapere ogni nome e codice, magnitudo, diametro e distanza di ogni astro. Il cielo si farebbe affollato di numeri come un foglio di carta. Ora mi trovo a pensare: perchè non riesco a farlo con le persone, o meglio, con una persona? Sarebbe così semplice. Rinunciare ad allungare la mano e stare solo a guardare, senza dare un nome, senza possedere. Ci provo, ma fa un male cane. Mi tolgo di mezzo. Per cui, da stanotte, ho smesso di fumare. Ho appoggiato il pacchetto pieno sul tettuccio di una macchina parcheggiata, una jeep blu. Spero che la smania di nicotina mi renda più sopportabile l'altra smania, l'altro desiderio, ben più forte. Non mi attacco alle gomme, o al mangiare. Digiuno stretto, per penare meglio. Ve la ricordate quella vecchia barzelletta di uno che aveva male alla mano, va dal dottore per chiedere qualcosa per far passare il dolore ed il dottore, per tutta risposta, gli da una martellata sul ginocchio? Io non penso che sia stupida come cura. Niente di meglio di un altro dolore per affievolirne uno che ti tormenta. Speriamo bene. Se trovate uno schizzato, nervoso fradicio in strada, con la gastrite e strani tic (abbracci al nulla, baci, carezze), è probabile che sia io. Sto preparando una sorpresa per la gatta rossa, tra poco è il suo compleanno. Io sono squattrinato, disorganizzato e depresso, spero di riuscire a combinare qualcosa. Auguratemi buona fortuna, o almeno una morte rapida ed indolore. Un bacio.

Saturday, August 20, 2005

Massi

Rieccomi qui, di pietra. Cosa vi siete persi?
Una vacanza in Sardegna bellissima, breve ma "variegata". Con la persona che mi riempie il cuore, ed anche la pancia se continua a cucinare per un reggimento. Mi sono sentito importante per lei, davvero. Aspettative.. Adesso è partita ieri, le ho mandato un messaggio. Nessuna risposta, niente di niente. Mi sento un granello di sabbia. Avrà incontrato qualcuno sul treno troppo interessante per ricordarsi di rispondermi. Ma, come al solito, sarà il mio pessimismo. Come al solito sto digerendo di merda. Ho dipinto oggi. Sembra un Van Gogh fatto da una scimmia. L'ho chiamato "Il mare segreto". Olio ed acrilici, più varie schifezze attaccate portate dal vento. Adesso scrivo, guardo la tele, e cerco di non rimettere la lasagna di mia madre. Fumo come un turco. Ho spento il telefonino. Vorrei chiamarla, tanto, ma... Le voglio bene, tanto. E so che lei me ne vuole. Ma non si accorge di quanto di me ha preso. Sono buone mani, le sue. Ma ogni tanto mi sento come sabbia che scorre via. Finirà così, scorrerò via poco a poco, o farò una stronzata esasperante, o la farà lei. Solito ottimismo? O semplice realismo? Riuscirò, un giorno, a capirci qualcosa di questa strana vita che mi sbatte di porto in porto. Dormo, ed in TV ci sono culi e tette al vento, tanto per fare la Velina. Ma un solo seno è il mio cuscino, non di una velina, ma di una ragazza cicciottella e vestita di nero, ma con un sole dentro! Guarda che mi hai abbronzato tu, eh! Vabbè. Mi manca, l'altra sera mi ha detto "alla fine sono sempre qui, con te". Mi ha messo una pace dentro... E' la lama che ferisce e la medicina che guarisce. Ho paura che voli via, soffiata dal vento di qualcun altro. Se dovesse essere così, se mai succederà... che almeno ne valga la pena, e sia felice. Io la abbraccio da lontano, anche se non mi si fila, laggiù dov'è. Sigh! Mi sento una lampada senza lampadina, insensata, no?

Monday, August 01, 2005

Pipistrelli Anfibi di Orione

Va bene, piantiamola di dissertare su stronzate tipo amore, cuore, fiore e via dicendo. Siamo uomini o dannicciuole, suvvia!

Oggi voglio parlarvi di un ritrovamento eccezionale:

Lo scheletro di un rarissimo esemplare di Pipistrello Anfibio di Orione (Chiropterum Anfibius Orioniis).

Questo raro e leggiadro animale, capace di voli prolungati (lo testimonia il fatto che lo scheletro è stato ritrovato sulla terra, pur essendo il suddetto animale di origine ultragalattica), deve il suo nome alla sua particolare struttura che lo rende capace di vivere anche sott'acqua.

DESCRIZIONE FISICA

Di dimensioni medie (circa 45 cm di lunghezza per 120 di apertura alare), il PAO (Pipistrello Anfibio di Orione, da ora in poi si userà questo acronimo per brevità) è un essere longilineo, forte ed attivo. I suoi voli, diurni e notturni, sono veloci e duraturi. Nonostante le dimensioni l'intero corpo, struttura ossea compresa, pesa meno di 200 grammi, costituiti per la maggioranza di fasce muscolari fibrose, molto forti e resistenti alla fatica. Il pelo, grigio-verdastro, è lungo e riscalda l'animale durante i voli siderali, di pianeta in pianeta e di stella in stella. Uno strato di peluria più corta, lanosa ed oleosa, è impermeabile e permette al PAO immersioni prolungate mantenendolo però caldo ed asciutto.

La testa, allungata e quasi felina, presenta tre narici invece delle due dei pipistrelli terrestri, quella centrale atta alla respirazione subacquea. Gli occhi sono piccoli, ma risultano comunque più sviluppati di quelli dei chirotterei terrestri. Vengono usati principalmente sott'acqua e nei voli siderali, dove il sonar risulta inutile per la mancanza totale d'aria. I padigioni auricolari sono ampi e possono essere tappati con una membrana per evitare infiltrazioni d'acqua e fuoriuscite d'aria durante i voli nel vuoto. I denti sono in due file, specificatamente di struttura carnivorea, aguzzi e resistenti. Particolare l'arretratezza dei canini, e la loro filatura interna seghettata, atta a trattenere i pesci catturati come una fiocina. La lingua, tubolare, è lunga e mobile, con doppia cuspide indurita sulla punta, e viene usata per rimuovere le scaglie dei pesci e suggerne le carni. Il collo, lungo ma forte, presenta un raddoppiamento della muscolatura laterale, peculiarità propria della specie che serve al PAO a stordire i pesci catturati scrollandoli velocemente di lato. La muscolatura del torace e delle spalle è forte, come in ogni chirottero, ma qui presenta ispessimenti notevoli giustificati dallo sforzo maggiore seostenuto nelle dense acque dei mari planetari di Orione. Questi fasci muscolari sono rapidi abbastanza da consentire al PAO rapidi movimenti anche nella rarefazione dello spazio. Il ventre è allungato, e può contenere cibo in grosse quantità, presentando internamente una doppia camera per le provviste. L'alatura è ampia in larghezza e stretta in altezza, con una forma ad ala di rondine. Può essere ripiegata lungo il corpo completamente. Presenta una fine peluria esterna argentea, che sembra riflettere i raggi ultravioletti. Ul PAO presenta due dita nel polso alare, robuste ed uncinate. Nelle specie più recenti il secondo dito è molto più piccolo, il che fa pensare, in successive evoluzioni, ad una progressiva scomparsa. Le zampe posteriori sono corte, le dita palmate come quelle di un pellicano. La coda è lunga, molto mobile, e viene usata sott'acqua come timone direzionale.

NUTRIZIONE

Il PAO si nutre prevalentemente di pesce, ma non disdegna molluschi e piccoli crostacei. In rari casi attacca anche piccoli mammiferi e rettili ma la dentatura, adattata alla pesca, non lo rende un predatore efficace. Durante i voli intergalattici si nutre prevalentemente di polveri cosmiche e gas emessi dalle comete.

HABITAT ED ABITUDINI

Il PAO vive di preferenza sulle scogliere dei mari caldi in diversi pianeti della galassia di Orione. Il suo habitat, una volta molto ampio, si è progressivamente ristretto fino a rappresentare oggi il solo 0,5% delle terre emerse. E' animale gregario, le cui comunità raggiungono spesso centinaia di esemplari. Compatibilmente con lo spazio a disposizione per la colonia, il PAO frammenta la disposizione gregaria in piccoli gruppi di impronta familiare, accudendo in gruppo i piccoli, nati per oviparia. I cuccioli raggiungono la maturità dopo poche settimane, e subito si allontanano per formare un nuovo microgruppo. Sembra inoltre accertato un coordinamento intrinseco dei gruppi durante le attività di caccia, con alcuni individui che spaventano le prede ed altri che le rastrellano. Nonostante la vicinanza dei gruppi l'accoppiamento tra consanguinei è stranamente raro. Questo, unitamente alle condizioni ambientali stabili, ha contribuito a mantenere la specie praticamente immutata. Per quanto l'osservazione diretta delle colonie sia molto difficile, in primis per l'estrema distanza di Orione dal nostro pianeta, molto è ricostruibile dallo studio degli individui in cattività. L'accoppiamento, che si verifica due volte l'anno, è sempre preceduto da dure lotte territoriali dei maschi eminenti. Una volta stabiliti i ranghi, i vincitori eseguono voli di corteggiamento spesso seguiti da offerte di pesce fresco alle femmine disponibili. Un maschio può accoppiarsi anche con decine di femmine diverse. Dopo una gestazione ovipara di circa due mesi, durante i quali la femmina deve essere nutrita perchè incapacitata a volare, nascono due, raramente tre piccoli. Questi vengono immediatamente raccolti dal padre che li pone al centro del gruppo, in una struttura difensiva a stella, e li verranno accuditi a turno da tutti i PAO maturi, maschie e femmine senza distinzione. Durante lo svezzamento i piccoli sono nutriti con bocconi di pesce masticato e piccoli crostacei. E' praticamente impossibile avvicinarsi in questo periodo, perchè i PAO divengono molto aggressivi.

Ogni due anni circa parte della colonia si distacca per una lunga migrazione intergalattica che li porta a distanze considerevoli, anche milioni di anni luce. Spesso intere generazioni intraprendono questa impresa, muovendosi in stormi enormi di stella in stella e di pianeta in pianeta, fino a trovare un habitat a loro congeniale.

RAPPORTI CON L'UOMO

Data l'enorme distanza che divide la Terra da Orione, i rapporti con l'uomo sono saltuari e poco documentati. Sono noti casi di assalti dei PAO a satelliti civili e militari. In realtà questi assalti sono dovuti alle emanazioni elettromagnetiche degli apparecchi, che attirano come fari questi affascinanti organismi.

Friday, July 29, 2005

Primedonne

Si, lo ammetto, ho la sindrome della primadonna.

Non sopporto essere sorpassato.

Voglio essere importante nella vita di qualcuno, e che quel qualcuno me lo dimostri, in qualche modo.

Se passo in secondo piano rosico. Mi sento a pezzi. Passo da 100 a 0.

Infantile?

Siamo tutti un pò così, no?

E ammettiamolo, un buona volta, che vogliamo essere tutti "king of the hill".

V@1&, non è che potresti guardarmi a lungo negli occhi e dirmi, che so, sei il mejo (alla romana, prego), o, quantomeno, non sei da cestinare?

Si, va bene, non è vero.

Ieri ho comprato la maglietta dell'AMNU. Mi sta da Dio.